mercoledì 11 giugno 2008

Città amata dai poeti

“Forse qui la mia diletta
  rifiorirebbe all’antico piacere
  di vivere.”

  UMBERTO SABA, Tre Vie
Camminerai per le vie luminose
della tua città amata dai poeti.
E non porterai in te il mio ricordo
per le strade che salgono dai moli
e conducono ad antiche osterie.

È sbiadito oramai come una stampa
lasciata al sole: se vi penserai,
sarà solo per caso, per istanti.
Il vento che soffia sovrano almeno
lo portasse via: sarebbe più facile
sapere l’ultimo filo reciso.

Il tempo è un farmaco, nel senso greco:
è il mio veleno, è la mia medicina.
Risana la ferita, la rimargina
e poi con un coltello la tortura.
Il pozzo non ha fondo e vi precipito,
ne perdo l’orizzonte, è un labirinto...

Camminerai pensando ai versi amati,
li reciterai con la bocca chiusa,
mormorandoli come una preghiera.
E non ti sovverrà di quando dissi:
“Un giorno tu mi dimenticherai”.


Paul Cummings, "Strada francese"


2003

2 commenti:

Unknown ha detto...

E' Trieste oppure è una città dell'anima, una qualsiasi?

si è Trieste, ove "il vento soffia sovrano"

è una sfida ad uscire dai labirinti: vincerla dona un profondo senso di potenza poichè nessun Minotauro può ucciderci

un tuffo al cuore vedere il mio nome che un poeta ha usato

DR ha detto...

È la Trieste di Saba e di Joyce, di Slataper e di Svevo.

Il labirinto affascina da sempre, è il primo rompicapo dell'umanità. Borges ne andava pazzo, come Umberto Eco.